correre con onestà

fonte: internet

Cercherò di scrivere questo post sbriciolando il mio “io”. Tenterò di introdurre l’idea astratta di un concetto, che al pari di tutte le idee astratte si rivela tanto perfetta da potersi considerare un’utopia, rivelandosi allo stesso tempo un riferimento a cui puntare sempre, comunque, inevitabilmente (vista l’impossibilità di raggiungerlo).

L’onestà nel correre è data dal verificarsi della seguente condizione:

  • Corre con onestà chi corre in modo coerente con il proprio essere.

Ma che cos’è l’essere?

Siamo noi. Per definirlo è sufficiente rispondere alla domanda “chi sono?”.

Allora, se noi sappiamo chi siamo stabilendo:

  • cosa possiamo
  • cosa vogliamo

e se ci comportiamo in modo coerente con tutto questo, allora siamo onesti con noi stessi.

La coerenza rispetto a schemi di comportamento che non coincidono con il proprio essere, che non sono coerenti con ciò che siamo, è un altro tipo di onestà: è onesta nei confronti di un ideale esterno, che non coincide con la risposta alla domanda “chi sono?”. E, secondo me, è una finta onestà, volatile, liquida. Perchè la vera, solida, autentica onestà è solo quella nei confronti di noi stessi.

Ad esempio, se la distanza più popolare sono i 21 km della mezza maratona, è normale che l’idea di perfezionarsi su quella distanza sia allettante. “Tutti preparano la mezza, preparo anche io la mezza”, seguendo una moda. Ma vogliamo veramente farlo o lo facciamo perchè lo fa la maggior parte delle persone che conosciamo? E, soprattutto, siamo veramente portati per la mezza o ci esprimiamo in modo migliore nei 5000/10000, o nelle ultramaratone, ad esempio?

Quindi, verificando le proprie potenzialità e le proprie inclinazioni, la propria volontà, e comportandosi in modo coerente con tutto ciò, si è onesti con se stessi. Si  corre onestamente.

E’ una questione di potere e di volere. Quindi, andando più nel dettaglio per ciò che concerne la corsa, vi indico quelli che ritengo essere i 4 step necessari per correre onestamente:

  1. stabilire quali sono le proprie capacità
  2. definire realisticamente le proprie potenzialità
  3. stabilire l’obiettivo che ci piacerebbe raggiungere
  4. agire di conseguenza

Sono operazioni da fare in successione.

Punto 1: stabilire quali sono le proprie capacità

stabilendo le mie capacità, mi rendo conto del mio stato attuale:

  • sono allenato?
  • Su che tempi corro la distanza X?
  • Ho fiato?
  • Fino a che punto ho recuperato quell’infortunio?
  • etc.

Punto 2: definire realisticamente le proprie potenzialità

bisogna almeno ipotizzare fin dove si crede di riuscire ad arrivare: dove riesco ad arrivare? Può sembrare un terno al lotto rispondere. Le potenzialità umane sono infinite, e qui è una lotta tra sopravvalutazione e sottovalutazione. Una valutazione realistica delle proprie potenzialità non può MAI (e poi mai 🙂 ), secondo me, essere definitiva. Va fatta di continuo, tramite verifiche costanti. Ex ante ed ex post.

  • posso arrivare a correre la mezza in 1 ora e 35 minuti
  • posso arrivare a sostenere un massimo di 5 allenamenti settimanali
  • posso arrivare a correre al massimo per 60 km settimanali
  • posso arrivare a etc.

Punto 3: stabilire l’obiettivo che ci piacerebbe raggiungere

ci si deve porre un obiettivo. O meglio, si deve decidere per quale scopo correre. Cosa si vuole dalla corsa. Il che va ben al di là dell’iscriversi all’evento Pinco Pallo. Significa dare un significato al proprio correre.

  • Cosa voglio dalla corsa?
  • correre una maratona?
  • correre un ultra trail?
  • correre senza obiettivi?
  • perfezionarmi sulla mezza?
  • correre e basta?
  • correre mantenendo la costanza negli allenamenti?
  • correre per dimagrire?
  • fare il record mondiale sul miglio?
  • fare il record mondiale del giro dell’isolato?
  • etc.

Ho una notizia per voi: se una persona ha determinate qualità, capacità e potenzialità, non è detto che i propri obiettivi debbano dipendere da esse. Cioè, uno può essere nato per diventare il migliore maratoneta mai visto nella storia, ma può anche darsi che non gliene importi nulla, e che in realtà il suo unico obiettivo sia coltivare un orto, dedicando solo un’ora della sua giornata a una piacevole corsetta mattutina. E non è affatto scontato che in questo modo si sentirebbe sprecato. Può sembrare assurdo, ma è possibile. Non c’è talento che valga il darvi la propria intera vita contro voglia. E poi si pensi al caso opposto, in cui chi non possiede grandi potenzialità dedica la propria vita a raggiungere un obiettivo che (magari per limiti fisiologici) non raggiungerà mai, con un bel contorno di frustrazione quotidiana. Adeguare i propri obiettivi alle proprie (presunte) potenzialità può essere ragionevole, ma non è di certo obbligatorio 🙂

Se poi siete veramente nati per diventare i migliori ultra maratoneti sulla faccia delle galassie, e ne avete una presunzione ben fondata… fossi in voi mi metterei in giuoco… anche solo per giuoco 🙂 (è bellissimo scrivere giuoco invece che gioco)

Punto 4: correre di conseguenza

che vuol dire lasciarsi trasportare da ciò che vogliamo veramente: nulla di più facile, no?

Gente, lo dico in tutta onestà: questo articolo è, fortunatamente per voi, concluso 🙂

buona e onesta corsa 🙂

born to run – premessa

“The best runner leaves no tracks.”

–  Tao Te Ching

no, nessuna recensione. E’ che stavo sfogliando in pausa pranzo il libro “Born to Run” di Christopher McDougall, pregustando la lettura che a breve inizierò. L’avevo ordinato via Amazon già prima che fosse data questa notizia. E ancor prima, dopo averne sentito parlare, mi era venuta una voglia immensa di leggerlo.

Notare quella citazione del leggendario Tao Te Ching nella prima pagina mi ha fatto venire i brividi.

E ovviamente ho voluto condividerla con voi 🙂

Buona corsa… e ricordatevi, “the best runner leaves no tracks” 🙂

p.s. già prima di arrivare al titolo (che è alla pagina successiva) vi rendo partecipi della mia lettura… ho la sensazione che questo libro costituirà parte rilevante del mio blog… alimentando, come la benzina sul fuoco, il mio fanatismo per la corsa, eheh

grazie pioggia

queste previsioni meteo per la mia città, Varese, nascondono un’opportunità per me.

Quella di affrontate temperature non favorevoli come quelle primaverili in senso stretto. Soprattutto in occasione di allenamenti in montagna (dove per montagna intendo il varesino Parco del Campo dei Fiori, che offre sentieri a quota da 600mt a 1100 mt).

A causa dell’infortunio che mi ha fregato quasi totalmente l’inverno, mi sono perso tutta la fase “fredda” della preparazione. E ho sentito parecchio la mancanza di questo.

Ora gli allenamenti sono ripresi. Non a pieno regime, ma nelle ultime 3 settimane ho mantenuto la media di 3 allenamenti settimanali. Per uno che ha passato più di tre mesi senza correre è un successo.

Le distanze si allungano, il fiato torna e le gambe riprendono tono. I tempi di recupero tra un allenamento e l’altro si accorciano. E tornano i progetti sulle prossime gare e avventure. Lo capireste guardando la mia cronologia delle esplorazionie in rete….. maratone, mezze, trail sono tornati gli argomenti più cliccati da me, eheh

Con questo meteo ho modo di percepire parte di quel freddo che mi sono perso d’inverno. E non intendo perdermi questa occasione. 🙂

Certo, non è la stessa cosa, queste sono temperature che non richiedono, ad esempio, un abbigliamento come quello invernale. ma ritengo che uscire con questa pioggia sia il giusto tributo per il fatto di aver “scampato” l’inverno (scampato zoppicando, ma pur sempre scampato). Un tributo che correrò in canotta e calzoncini, in balia della piogga, del vento, che accetterò, nel bene e nel male. E se ho troppo freddo? Perchè con l’acqua addosso la temperatura percepita è più bassa di quella reale. Beh, in quel caso aumenterò l’andatura 🙂

Dopo tutto questo sito è un tributo alla corsa, no? 😉

In questi giorni di pioggia io corro, cari miei. Se correte anche voi… buona corsa 🙂

Correre con la pioggia

Attenzione: consigliata anche la lettura della, più pragmatica, parte 2

Da poco è iniziato aprile.

aprile con l’ombrello” era uno dei versi della famosa filastrocca 🙂 Infatti è dalla mezzanotte di ieri che piove, qui a Varese.

La prima pioggia dopo un importante periodo di siccità. Quanto durerà? E’ solo un fuoco di paglia? Oppure è l’inizio di un periodo di incessanti piogge degne di quelle monsoniche?

Tutto ciò mi spinge a sacrificare, dolorosamente, 10 minuti di lavoro mattutino (che è quello che rende di più!) per scrivere il primo post sulla corsa con la pioggia 🙂

Vi aspettate un post tecnico? Uno di quelli con i consigli tipo “metti la mantellina ma non coprirti troppo” e “alla fine mettiti subito la maglietta asciutta”? Beh, mi spiace deludervi. 🙂

Inauguro la mia trattazione della corsa con la pioggia con una semplice massima tratta dall’hagakure, di cui già ho parlato qui.

“Un acquazzone impartisce i suoi insegnamenti.

Se la pioggia vi sorprende a metà strada, e camminate più in fretta per trovare un riparo, nel passare sotto alle grondaie o nei punti scoperti vi bagnerete ugualmente.

Se invece ammettete sin dall’inizio la possibilità di bagnarvi, non vi darete pena, pur bagnandovi lo stesso.

La stessa disposizione d’animo, per analogia, vale in altre occasioni.”

Riflettete e correte miei cari 😉

buona corsa

effetti positivi della corsa

prima e dopo una bella corsa 😀 fonte: paolocarlo.com

Avete presente il film “al vertice della tensione“?

Ecco, se anche non l’avete visto (bello… un po’ una ca… insomma, bellino 😉 ). In realtà non voglio parlare del film, quello che mi interessa è portare il vostro focus sul titolo.

Avete presente quando ci sono quei periodi in cui la tensione raggiunge certi picchi di… vertice? Periodi in cui o per lavoro, o per lo studio, o per amore, o per la famiglia, o per il cane, arriviamo a sera proprio al vertice della tensione? Ecco 🙂

Questo è un blog sulla corsa. E parla di corsa, quindi non vi tedierò con filippiche riguardanti i vari problemi della vita (per quelle è sufficiente il cervello di ognuno di noi 😉 ). Vi racconterò delle mie sensazioni del dopo corsa di questa sera 🙂 eh si, ho già corso. Un allenamento blando come tipico di questo periodo di collaudo. Pure ieri ho corso, e pure ieri la corsa ha avuto un effetto simile, ma dato che oggi è venerdì e la settimana si conclude l’effetto è amplificato.

Non c’è molto da dire, l’immagine dice già tutto 😀 prima ero come il tipo nella metà “PRIMA”, dopo ero come quello nella metà “DOPO”.

Un’ottima premessa per dedicare la serata a una conclusione di settimana a base della migliore birra 😉

E voi cosa aspettate? avete concluso anche voi la settimana al vertice della tensione riducendovi come energumeni dalle braccia conserte e dallo sguardo minaccioso? Bene, avete un ottimo motivo per correre. 🙂

Buona corsa