correre con onestà
Maggio 10, 2012 1 commento
Cercherò di scrivere questo post sbriciolando il mio “io”. Tenterò di introdurre l’idea astratta di un concetto, che al pari di tutte le idee astratte si rivela tanto perfetta da potersi considerare un’utopia, rivelandosi allo stesso tempo un riferimento a cui puntare sempre, comunque, inevitabilmente (vista l’impossibilità di raggiungerlo).
L’onestà nel correre è data dal verificarsi della seguente condizione:
- Corre con onestà chi corre in modo coerente con il proprio essere.
Ma che cos’è l’essere?
Siamo noi. Per definirlo è sufficiente rispondere alla domanda “chi sono?”.
Allora, se noi sappiamo chi siamo stabilendo:
- cosa possiamo
- cosa vogliamo
e se ci comportiamo in modo coerente con tutto questo, allora siamo onesti con noi stessi.
La coerenza rispetto a schemi di comportamento che non coincidono con il proprio essere, che non sono coerenti con ciò che siamo, è un altro tipo di onestà: è onesta nei confronti di un ideale esterno, che non coincide con la risposta alla domanda “chi sono?”. E, secondo me, è una finta onestà, volatile, liquida. Perchè la vera, solida, autentica onestà è solo quella nei confronti di noi stessi.
Ad esempio, se la distanza più popolare sono i 21 km della mezza maratona, è normale che l’idea di perfezionarsi su quella distanza sia allettante. “Tutti preparano la mezza, preparo anche io la mezza”, seguendo una moda. Ma vogliamo veramente farlo o lo facciamo perchè lo fa la maggior parte delle persone che conosciamo? E, soprattutto, siamo veramente portati per la mezza o ci esprimiamo in modo migliore nei 5000/10000, o nelle ultramaratone, ad esempio?
Quindi, verificando le proprie potenzialità e le proprie inclinazioni, la propria volontà, e comportandosi in modo coerente con tutto ciò, si è onesti con se stessi. Si corre onestamente.
E’ una questione di potere e di volere. Quindi, andando più nel dettaglio per ciò che concerne la corsa, vi indico quelli che ritengo essere i 4 step necessari per correre onestamente:
- stabilire quali sono le proprie capacità
- definire realisticamente le proprie potenzialità
- stabilire l’obiettivo che ci piacerebbe raggiungere
- agire di conseguenza
Sono operazioni da fare in successione.
Punto 1: stabilire quali sono le proprie capacità
stabilendo le mie capacità, mi rendo conto del mio stato attuale:
- sono allenato?
- Su che tempi corro la distanza X?
- Ho fiato?
- Fino a che punto ho recuperato quell’infortunio?
- etc.
Punto 2: definire realisticamente le proprie potenzialità
bisogna almeno ipotizzare fin dove si crede di riuscire ad arrivare: dove riesco ad arrivare? Può sembrare un terno al lotto rispondere. Le potenzialità umane sono infinite, e qui è una lotta tra sopravvalutazione e sottovalutazione. Una valutazione realistica delle proprie potenzialità non può MAI (e poi mai 🙂 ), secondo me, essere definitiva. Va fatta di continuo, tramite verifiche costanti. Ex ante ed ex post.
- posso arrivare a correre la mezza in 1 ora e 35 minuti
- posso arrivare a sostenere un massimo di 5 allenamenti settimanali
- posso arrivare a correre al massimo per 60 km settimanali
- posso arrivare a etc.
Punto 3: stabilire l’obiettivo che ci piacerebbe raggiungere
ci si deve porre un obiettivo. O meglio, si deve decidere per quale scopo correre. Cosa si vuole dalla corsa. Il che va ben al di là dell’iscriversi all’evento Pinco Pallo. Significa dare un significato al proprio correre.
- Cosa voglio dalla corsa?
- correre una maratona?
- correre un ultra trail?
- correre senza obiettivi?
- perfezionarmi sulla mezza?
- correre e basta?
- correre mantenendo la costanza negli allenamenti?
- correre per dimagrire?
- fare il record mondiale sul miglio?
- fare il record mondiale del giro dell’isolato?
- etc.
Ho una notizia per voi: se una persona ha determinate qualità, capacità e potenzialità, non è detto che i propri obiettivi debbano dipendere da esse. Cioè, uno può essere nato per diventare il migliore maratoneta mai visto nella storia, ma può anche darsi che non gliene importi nulla, e che in realtà il suo unico obiettivo sia coltivare un orto, dedicando solo un’ora della sua giornata a una piacevole corsetta mattutina. E non è affatto scontato che in questo modo si sentirebbe sprecato. Può sembrare assurdo, ma è possibile. Non c’è talento che valga il darvi la propria intera vita contro voglia. E poi si pensi al caso opposto, in cui chi non possiede grandi potenzialità dedica la propria vita a raggiungere un obiettivo che (magari per limiti fisiologici) non raggiungerà mai, con un bel contorno di frustrazione quotidiana. Adeguare i propri obiettivi alle proprie (presunte) potenzialità può essere ragionevole, ma non è di certo obbligatorio 🙂
Se poi siete veramente nati per diventare i migliori ultra maratoneti sulla faccia delle galassie, e ne avete una presunzione ben fondata… fossi in voi mi metterei in giuoco… anche solo per giuoco 🙂 (è bellissimo scrivere giuoco invece che gioco)
Punto 4: correre di conseguenza
che vuol dire lasciarsi trasportare da ciò che vogliamo veramente: nulla di più facile, no?
…
Gente, lo dico in tutta onestà: questo articolo è, fortunatamente per voi, concluso 🙂
buona e onesta corsa 🙂